Il percorso di sostegno psicologico o di terapia è un atto di gentilezza e di amore nei propri confronti, un prendersi cura di sé stessi, che aiuta chi lo intraprende a conoscersi meglio, a sviluppare capacità introspettive, a rileggere la propria storia attraverso un punto di vista nuovo e a migliorare il rapporto che si ha con sé stessi e con gli altri.
La Psicologia è una scienza che studia i processi mentali, comportamentali e relazionali, con lo scopo di promuovere il miglioramento della qualità della vita. Spesso, il proprio benessere psicologico viene sottovalutato e non ci si affida alla figura dello psicologo o per stereotipi e pregiudizi, o perché, culturalmente, la salute mentale non viene considerata di pari importanza a quella fisica. Ogni persona ha un corpo e una mente e questi due elementi sono in connessione tra loro, tale per cui lo stato di salute o di disagio di uno, influenza quello dell’altro. Il benessere, quindi, non è dato solo dalla salute fisica, ma anche da quella mentale e sociale, si parla infatti di benessere bio-psico-sociale. Il percorso di sostegno psicologico o di terapia è un percorso che chiunque può intraprendere, è un atto di gentilezza e di amore nei propri confronti, un prendersi cura di sé stessi, che aiuta chi lo intraprende a conoscersi meglio, a sviluppare capacità introspettive, a rileggere la propria storia attraverso un punto di vista nuovo e a migliorare il rapporto che si ha con sé stessi e con gli altri, attraverso nuovi strumenti con cui affrontare la quotidianità nelle sue sfaccettature. L’approccio che io utilizzo nella mia pratica professionale, è un approccio basato sul dialogo, inteso come un processo trasformativo, che avviene quando le persone si impegnano in conversazioni significative (Tomm K.). Conversazioni significative in cui le ipotesi, le affermazioni, le domande, le opinioni, le emozioni e i sentimenti del terapeuta si incontrano con quelle del paziente. L’approccio sistemico-dialogico si basa sull’idea che la realtà non è oggettiva, bensì costruita attraverso le interazioni sociali e i dialoghi. Il ruolo del terapeuta è quello di lavorare con il paziente per rinegoziare significati e costruire nuove visioni del mondo. L’obiettivo è quello di sviluppare una comprensione condivisa che faciliti il cambiamento e promuova una maggior flessibilità mentale. Come disse Hoffman L., la terapia è un incontro di storie in cui il terapeuta è un partecipante e non un esperto. Ciò significa che la conoscenza del terapeuta è sempre provvisoria e incerta. Il terapeuta mantiene un costante stato di dubbio rispetto a quanto può sapere e capire del sistema e delle persone che lo compongono, adottando un atteggiamento di rispettosa curiosità. Questa visione, pone l’accento su, come entrambe le parti in terapia, terapeuta e paziente, abbiano responsabilità delle loro azioni. Responsabilità intesa come relazionale, all’interno del contesto terapeutico, e posizionale, connessa, cioè, con la posizione di ciascuno nei propri sistemi e contesti.
Dott.ssa Anthea Armanini, psicologa clinica e psicoterapeuta in formazione